Il Comitato nazionale ha il compito di programmare, promuovere e curare lo
svolgimento delle manifestazioni per il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini.
Nell’ambito di una seria progettualità del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario dalla nascita di
Pier Paolo Pasolini, si pone come necessario evidenziare la molteplice funzione storico-letteraria e socio-politica,
nonché artistico-cinematografica e giornalistico-saggistica di un intellettuale che ha non solo attraversato la civiltà
italiana, ma è divenuto un riferimento epocale europeo e mondiale, sia rispetto al suo pensiero e alla poetica, sia
rispetto all’anticipazione di alcuni temi specifici. Attraversando il XX secolo, non si può non notare come dalla
prima raccolta poetica (1942, Poesie a Casarsa), fino all’ultima espressione artistico-cinematografica (Salò, o le
centoventi giornate di Sodoma), Pier Paolo Pasolini abbia costantemente generato un interesse e uno scandalo forieri
di una riflessione critica e un’autocoscienza sociale e politica, oltre che naturalmente letteraria. Centrale la
produzione degli anni Cinquanta, che vede l’autore entrare nel pieno delle polemiche e delle dinamiche del
Neorealismo, per giungere nel decennio Sessanta-Settanta a partecipare alla più viva e interessante stagione della
Neoavanguardia come critico e polemico osservatore e sperimentatore alternativo. Inoltre, da non passare sotto
silenzio la produzione cinematografica e drammaturgica, che non solo recupera stilemi e caratteri propri della
tradizione, ma rielabora originalmente temi, problemi e forme della rappresentazione, tali da divenire nel corso
degli anni un vero e proprio ineludibile riferimento per la cinematografia mondiale e la sperimentazione teatrale.
Sono, inoltre, questi, gli anni del Pasolini polemista, attraverso la collaborazione alla più note testate
giornalistiche e riviste, quali ad esempio, “Il Tempo”, “Vie nuove, “Paese Sera”, “Corriere della Sera”, o
“Paragone” e “Nuovi Argomenti”, “Rinascita”. L’Autore, attraverso una propria scrittura comunemente ormai
definita ‘corsara’ e ‘luterana’, del tutto inedita in Italia, fino a questi anni, esprime il disagio di quella che egli
stesso avrà modo di definire “mutazione antropologica” e la denuncia di un Paese che sta perdendo il proprio
sistema valoriale e di riferimento culturale (popolare e contadino), per un processo di omologazione e
conformistica adesione al neocapitalismo imperante. Nonostante l’adesione al Partito Comunista Italiano, che
mai verrà abbandonata come riferimento lato, tuttavia Pasolini assumerà un atteggiamento propriamente critico
nei confronti della politica italiana: a partire dai primi anni della giovinezza bolognese e casarsese, dove si oppone
volontariamente al fascismo, proseguendo con gli anni romani, dove centrale è l’attacco alla Democrazia
Cristiana, fino agli anni della maturità, nei quali individua il profilarsi di una forma di neofascismo,
l’atteggiamento permanente è quello dell’intellettuale impegnato e che cerca pedagogicamente di educare le
persone, soprattutto le nuove generazioni, con particolare attenzione verso gli “ultimi”, alla partecipazione
consapevole ai processi sociali ed economici, sempre in chiave antropologica. Un dato emergente in tutta l’Opera
pasoliniana è la scelta cattolica, in contraddizione netta con l’adesione al Comunismo, di matrice marxista e
gramsciana: il sacro, anche cristiano, anima e colma la scrittura del poeta delle “Ceneri”, innerva il suo cinema, lo
ritroviamo nella produzione in poesia e romanzesca, come conflitto che scaturisce dalla necessità di scontrarsi
con la Storia o andare incontro alla Realtà o, più precisamente, alla propria realtà.
Oggi, l’eredità intellettuale e letteraria pasoliniana viene amorosamente e competentemente conservata presso
alcuni luoghi iconici e significativi nella vita del Poeta: il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia,
Centro Studi - Archivio Pier Paolo Pasolini Cineteca di Bologna. Ma è altresì da segnalare la molteplicità dei
luoghi pasoliniani nel Lazio e, in particolare, nella città di Roma, che ha accolto Pasolini dal 1950 all’anno della
morte.